APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

SPIRITUALITA' ADP

 

SETTEMBRE 2006   

SPIRITUALITÀ DEI LAICI, 9

Dall'amicizia al senso ecclesiale

 

I felici risultati d'una vera amicizia

Quante opere buone sono nate così! Le Conferenze di san Vincenzo de' Paoli non hanno avuto, ad esempio, questa origine? E quante famiglie religiose sono sorte dallo sviluppo d'un piccolo nucleo di amici! La Compagnia di Gesù, per citare un insigne esempio storico. E quanti Istituti religiosi e secolari moderni hanno analoga origine! Alcune istituzioni, oggi in grande rinomanza e in grande diffusione, non ripetono la loro nascita da piccoli gruppi iniziali, associati nella carità e nel desiderio di servire la causa di Cristo? La loro virtù associativa ha fatto la loro forza e la lo­ro fortuna, ed ha dato all'apostolato cattolico una sorprendente fecondità. Noi li osserviamo con compiacenza, li incoraggiamo e li benediciamo.

Infallibile guida: il "senso della Chiesa»

 La molteplicità di queste istituzioni dice quanta libertà d'iniziativa abbia l'apostolato in seno alla Chiesa, e quale ricchezza di scelta sia offerta al fedele volonteroso, che voglia esercitare l'apostolato in forme di suo gradimento e in compagnia di fratelli a lui affini per qualche specia­le ragione, di spirito, di gusto, di lingua, di metodo, di personale conoscenza, di esperienza.

Questo particolarismo preferenziale porta con sé un pluralismo di forme associative, che la Chiesa permette e protegge (cf. AA 19), non deve tuttavia tradursi in egoismo spirituale, o in orgogliosa emulazione d'un gruppo nel confronto con gli altri gruppi, o con la generalità dei fedeli, ma deve essere illuminato e guidato dal «senso della Chiesa», dallo spirito di amore verso tutti i fratelli, dal dovere dell'unità gerarchica e comunitaria, propria della Chiesa cattolica. La tentazione del suddividere la compagine ecclesiale in partiti, in cenacoli chiusi, in gruppi antagonisti, in sodalizi segreti, in porzioni staccate, è antica quanto il cristianesimo, che sempre è minacciato di alterazione e perfino di dimenticanza e di degenerazione del suo fatto costitutivo: l'associazione cioè nella medesima fede e nella medesima carità. San Paolo non lo scriveva forse ai Corinzi fino dai primi anni della Chiesa nascente (anno 57)? «Io vi esorto; fratelli, per il nome del Signor nostro Gesù Cristo..., che non siano tra di voi divisioni, ma siate tutti uniti nello stesso modo di pensare e nello stesso sentimento... Ciascuno di voi dice: io sono di Paolo; io sono di Apollo; e io sono di Cefa; ed io - conclude san Paolo - io sono di Cristo» (1 Cor 1,10-11).

Varie forme della chiamata all'apostolato

 Parliamo dell'apostolato, dell'apostolato dei laici, di questa vocazione, che oggi la Chiesa in-tende svegliare nella coscienza d'ogni fedele laico ... Anche per questo suo figlio la Chiesa riserva una chiamata conforme sia al suo carattere laico, sia al suo carattere cristiano; la chiamata alla te­stimonianza, la chiamata alla milizia ideale di chi è stato battezzato e cresimato, la chiamata al ser­vizio della causa di Cristo; la chiamata alla collaborazione alla missione apostolica propria della Gerarchia ecclesiastica.

Figli carissimi! Avete voi ascoltato la voce di questa chiamata? Essa non impone soltanto doveri, ma attribuisce diritti, dignità, funzioni; essa conferisce alla personalità del cristiano, anche laico, una pienezza d'adesione a Cristo, avente la duplice virtù di perfezionare, di santificare colui che la fa propria, e di trasmettere ad altri, ai fratelli vicini o lontani, qualche dono del regno di Dio: lo stimolo al bene, l'amore alla Chiesa, la vivacità della fede, l'intelligenza dei bisogni del prossimo e l'ansia di venirgli in aiuto.

Vi sono tante forme nelle quali questa chiamata si esprime, e perciò tante forme con le quali vi si può corrispondere. Oggi queste forme, sia di domanda che di risposta, si moltiplicano [...].

Ma non possiamo tacere che il grado di autenticità e di efficienza nell'apostolato dei laici ha oggi nella Chiesa una precisa misura (parliamo ora della forma che configura tale apostolato, non della bontà e della bravura delle persone che lo esercitano); e tale misura è data dal rapporto che esso ha con la Gerarchia della Chiesa; Gerarchia, alla quale compete la prima e somma responsabilità dell'apostolato, la prima e somma funzione pastorale, che fa d'un fratello la guida, il maestro, il distributore dei divini misteri per gli altri fratelli. Il sistema della salvezza, che nell'apostolato trova il suo strumento, deriva da Cristo la sua autorità ed i suoi carismi, primo e qualificato, quello del Vescovo: il Vescovo è l'apostolo per eccellenza, perché degli Apostoli è successore, erede, rappresentante. Perciò chi dal Vescovo riceve lo statuto, il mandato, l'istruzione per l'esercizio dell'apostolato, partecipa, per via di collaborazione e di dipendenza, nel grado supe­riore e nella forma migliore, alla missione salvatrice della Chiesa [...].

 

PAOLO VI, Catechesi del 7 e del 14 febbraio 1968

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
 

SETTEMBRE 2006

   

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

 

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

 

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

E dall'Episcopato italiano:

SETTEMBRE 2006

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ

 

 

INTENZIONI DEL SANTO PADRE

 

GENERALE: I mezzi di comunicazione sociale: stampa, radio, televisione, internet stanno diventando indispen­sabili nella vita di ognuno e lo diventeranno ancora di più quando sarà possibile oltrepassare le barriere che la povertà di certi Continenti, come l'Africa, oppone al loro diffondersi. Ma come ogni realtà umana i mezzi di comunicazione contengono del buono, dell'utile e del cattivo, del nocivo. Per questo dal loro uso può crescere sia il bene che il male, coloro che li usano possono divenire migliori o peggiori. Solo da un uso vagliato da una coscienza retta e attenta e da un vivo senso di responsabilità è possibile che dalla comunicazione si accrescano occasioni di bene.

 

MISSIONARIA: In Missione ci sono tante cose da fare: il servizio ai poveri, la costruzione delle chiese, il mante­nimento del clero e delle strutture ecclesiali. Ma la cosa più importante è che tutti: sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, catechisti, famiglie cristiane, bambini, giovani e anziani abbiano una formazione che corrisponda al proprio ambiente e alla propria missione. Nel mondo odierno, anche se la testimonianza rimane il punto focale della propria missionarietà, ognuno deve essere fornito di una formazione umana, cristiana, spirituale che lo aiuti a vivere coerentemente e coscienziosamente la propria fede.

 

INTENZIONE DEI VESCOVI ITALIANI

In ogni Chiesa locale, che equivale a Diocesi, è necessario avere un piano di azione pastorale organico per aiu­tare i credenti a vivere la vita cristiana nel proprio tempo e presentare ai non credenti una vita coerente con i propri principi e valori. Tutte le componenti di una Diocesi devono convergere in quel piano e dare il proprio ap­porto. Ogni Associazione o Movimento ecclesiale non può non sentire come propria l'azione pastorale comune.

 

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

 

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese:

 

E che i Vescovi italiani raccomandano:

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