Una fabbrica aveva un problema di furti. Ogni giorno veniva
rubata della merce. I dirigenti affidarono quindi ad una società
specializzata il compito di perquisire ogni dipendente che
usciva alla fine del lavoro.
La maggior parte degli operai apriva spontaneamente la borsa e
faceva esaminare i contenitori della colazione. I detective
erano molto diligenti e controllavano tutti i dipendenti, fino
all'ultimo: un ornino che tutti i giorni chiudeva la fila degli
operai con un carrello pieno di rifiuti. Una guardia doveva
passare una buona mezz'ora, quando ormai tutti gli altri se ne
stavano tornando a casa, a rovistare tra involucri di alimenti,
mozziconi di sigarette e bicchieri di plastica per controllare
se veniva portato fuori qualcosa di valore. Non trovava mai
niente.
Una sera, il guardiano, esasperato, disse all'uomo: «Senti, lo
so che stai combinando qualcosa, ogni giorno controllo ogni più
piccolo pezzetto di rifiuto nel carrello e non trovo mai niente
che valga la pena di essere rubato. Sto diventando pazzo. Dimmi
quello che stai facendo e ti prometto che non farò nessun
rapporto».
L'uomo alzò le spalle e disse: «È semplice, rubo carrelli».
Noi fraintendiamo completamente il senso della vita quando
pensiamo che la nostra vita sia tempo da usare alla ricerca di
premi e piaceri. Freneticamente e con sempre maggiore
frustrazione, rovistiamo fra i nostri giorni, i nostri anni,
alla ricerca della ricompensa, del successo che dia valore alla
nostra vita, come la guardia che cerca le cose di valore tra i
rifiuti del carrello lasciandosi scappare la risposta più ovvia:
quando avrete imparato a vivere, la vita stessa sarà la
ricompensa.
E la vita è tutto quello che abbiamo. |