domenica 12 agosto 2018 | |
LA PECORA |
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Appena creata, la pecora scoprì di essere il più debole degli animali. Viveva con il continuo batticuore di essere attaccata dagli altri animali, tutti più forti e aggressivi. Non sapeva proprio come fare a difendersi. Tornò dal Creatore e gli raccontò le sue sofferenze. «Vuoi qualcosa per difenderti?», le chiese amabilmente il Signore. «Sì». «Che ne dici di un paio di acuminate zanne?». La pecora scosse il capo: «Come farei a brucare l'erba più tenera? Inoltre mi verrebbe un'aria da attaccabrighe». «Vuoi dei poderosi artigli?». «Ah no! Mi verrebbe voglia di usarli a sproposito...». «Potresti iniettare veleno con la saliva», continuò paziente il Signore. «Non se ne parla neanche. Sarei odiata e scacciata da tutti come un serpente». «Due robuste corna, che ne dici?». «Ah no! E chi mi accarezzerebbe più?». «Ma per difenderti ti serve qualcosa per far del male a chi ti attacca...». «Far del male a qualcuno? No, non posso proprio. Piuttosto resto come sono...».
Abbiamo perso di vista il fatto che noi esseri umani siamo, in un certo senso, come piccoli animali senza nemmeno una pelliccia o denti aguzzi per difenderci. Ciò che ci protegge non è la cattiveria ma l'umanità: la capacità di amare gli altri e di accettare l'amore che gli altri vogliono offrirci. Non è la nostra durezza a darci il tepore la notte, ma la tenerezza, che fa desiderare agli altri di scaldarci. La vera forza dell'uomo è la sua tenerezza. |
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