domenica  7 gennaio 2018
 

LA BROCCA

 

Nel grande regno del Burundi, nel magico cuore dell'Africa, vi­veva la grande famiglia Mocambi. Il signore e la signora Mocambi, pur essendo ricchi e rispettati, non avevano figli.

Immaginatevi la gioia di tutti, quando la signora Mocambi si ac­corse di aspettare un bambino. Perfino i futuri nonni facevano le capriole per la felicità.

Ma il giorno della nascita del bambino fu un giorno tristissimo, che lasciò tutti esterrefatti. Perché invece del bambino tanto atteso nacque una brocca. Avete capito bene: proprio una brocca, uno di quei vasi di terracotta che hanno la forma di una donnina e che ser­vono per contenere l'acqua. Che fare? Che razza di magia o maledi­zione o cataclisma era mai quell'arnese? Di certo non assomigliava per niente a un figlio.

Decisero di andarsene via tutti quanti: papà, mamma, nonni, do­mestici, cani, gatti e galline. Abbandonarono la casa, lasciandovi dentro quel mostro indesiderato. Ma la brocca, poverina, li seguiva rotolon rotoloni e gridava: «Papà e mamma della brocca, aspettate la vostra figlia brocca!».

Ma più gridava, più gli altri avevano paura e scappavano cor­rendo a perdifiato. La brocca rotolava e piangeva. Finalmente il ven­to ne ebbe pietà e, intenerito, la sollevò in aria e la portò nel cuore della foresta su un soffice tappeto di erba e foglie.

La famiglia Mocambi tirò un sospiro di sollievo e, sentendosi li­berata per sempre da quell'incubo, chiese ospitalità al potente prin­cipe della regione.

Un po' di anni dopo, proprio il principe, che era ormai diventa­to re, cavalcava nella foresta. Arrivato nella bella radura scese da ca­vallo per schiacciare un pisolino sull'erba soffice e scorse tra i ce­spugli la brocca abbandonata.

«Com'è bella!», esclamò. La prese in braccio e la portò nel suo palazzo d'avorio e diamanti. La mise nell'atrio del salone delle feste, come ornamento.

Dovete sapere che il palazzo del re era molto bello, ma anche sporco e impolverato. Un po' perché i servi erano fannulloni, un po' perché si sentiva la mancanza di una regina che badasse alla casa. Ma dal momento in cui la brocca entrò nel palazzo tutto cambiò.

I servi cominciarono a trovare tutto spazzato, spolverato e rior­dinato. E non riuscivano a capire come succedeva, anche se ne era­no ben contenti e passavano la giornata a giocare a briscola e a rubamazzetto.

Anche il re quando si trovò a sedere su un trono tutto lucidato e splendente, si incuriosì. Una notte, invece di andare a dormire, si mise dietro una porta e cominciò a spiare la brocca.

A mezzanotte in punto, dalla brocca sbucò una bellissima fan­ciulla che si mise subito a spolverare e pulire i mobili. Fu un colpo di fulmine. Il re si innamorò pazzamente della bella e giudiziosa fan­ciulla.

La prese per mano e le disse: «Esci immediatamente dal regno dei morti e entra in quello dei vivi». Poi la fece sedere sul trono ac­canto a sé perché diventasse la sua sposa.

Fu organizzata una festa come non si era mai vista da quelle par­ti. Tutti i sudditi dovevano venire a rendere omaggio alla nuova bel­lissima regina del Burundi.

Fu così che arrivò anche la famiglia Mocambi. Quando la regina li vide arrivare tornò a nascondersi nella brocca e gridò: «Papà e mamma della brocca, aspettate la vostra figlia brocca». I Mocambi rimasero a bocca aperta, ma poi la regina uscì dalla brocca e li ab­bracciò. Aumentando la confusione del signore e della signora Mo-cambi che in un colpo solo scoprivano di avere una figlia e di esse­re suoceri del re.

Poi la regina seria seria soggiunse: «Non abbandonate mai il vo­stro rampollo: è un essere umano che va trattato come gli altri. Quella che a voi sembra una brocca, può contenere una regina!».

 

Quanti «involucri» insignificanti contengono splendide regine!

 
 
 

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