domenica  23 agosto 2020
 

IL CESPUGLIO SPINOSO

 

Era cresciuto sui fianchi del monte e si era inebriato di aria e di sole. Ma dopo i primi tempi in cui era un germoglio verde tenero, i suoi rametti contorti e sgraziati si erano coperti di spine sgradevo­li e appuntite. Era detestato dagli uccelli e dalle pecore, alle quali senza volerlo strappava bioccoli di lana quando lo sfioravano. Per­fino le capre, che non sono schizzinose e brucherebbero anche le pietre, lo evitavano.

Gli altri cespugli e gli arbusti sfoggiavano fiori e foglie e taluni perfino dei frutti. Il povero cespuglio spinoso produceva solo spine.

Il vento della sera gli portava il disprezzo e la derisione delle al­tre piante.

Ma quando Dio volle parlare con Mosè, scelse l'umile cespuglio spinoso sui fianchi della montagna.

E il cespuglio divenne il trono di Dio, splendente più del sole, ardente di bagliore e di fuoco come se ognuna delle sue spine si fos­se trasformata in una pietra preziosa dai mille riflessi di luce puris­sima.

 

La scolaresca era in fila davanti alla mostra delle più grandi in­venzioni del secolo. La maestra cercava di preparare i bambini a quel­lo che avrebbero visto.

«Chi sa dirmi una grande invenzione di oggi, che non c'era ven­t'anni fa?» chiese.

«Io, signorina!» affermò convinto un bambino, puntandosi l'indice al petto.

O Signore, insegnami

che io ho bisogno di Te,

tanto quanto Tu

hai bisogno di me.

Se io non avessi Te

chi potrei pregare?

Se Tu non avessi me

chi ti pregherebbe?

 
 
 

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