domenica  4 aprile 2021

SOTTO LA STUFA

Ai giovani che venivano da lui per la prima volta, Rabbi Bunam raccontava la storia di Rabbi Ezechia, figlio di Rabbi Jekel di Craco­via. Dopo anni e anni di dura miseria, che però non avevano scosso la sua fiducia in Dio, questi ricevette in sogno l'ordine di andare a Praga per cercare un tesoro sotto il ponte che conduce al palazzo reale.

Quando il sogno si ripeté per la terza volta, Ezechia si mise in cammino e raggiunse a piedi Praga. Ma il ponte era sorvegliato gior­no e notte dalle sentinelle ed egli non ebbe il coraggio di scavare nel luogo indicato. Tuttavia tornava al ponte tutte le mattine, girando­vi attorno fino a sera. Alla fine il capitano delle guardie, che aveva notato il suo andirivieni, gli si avvicinò e gli chiese amichevolmen­te se avesse perso qualcosa o se aspettasse qualcuno. Ezechia gli rac­contò il sogno che lo aveva spinto fin lì dal suo lontano paese. Il ca­pitano scoppiò a ridere: «E tu, poveraccio, per dar retta a un sogno sei venuto fin qui a piedi? Ah, ah, ah! Stai fresco a fidarti dei sogni! Allora anch'io avrei dovuto mettermi in cammino per obbedire a

un sogno e andare fino a Cracovia, in casa di un ebreo, un certo Eze­chia, figlio di Jekel, per cercare un tesoro sotto la stufa! Ezechia, fi­glio di Jekel, ma scherzi? Mi vedo proprio a entrare e mettere a soq­quadro tutte le case in una città in cui metà degli ebrei si chiamano Ezechia e l'altra metà Jekel!». E rise nuovamente. Ezechia lo salutò, tornò a casa sua e cercò sotto la stufa.

Trovò il tesoro e lo dissotterrò e con esso costruì la sinagoga del suo villaggio.

 

Raccontano che Dio stesso una volta chiese consiglio ad un celebre maestro.

«Voglio giocare a nascondino con l'umanità» domandò Dio. «Ho chiesto ai miei angeli quale sia il posto migliore per nascondersi. Alcu­ni dicono le profondità dell'oceano. Altri la vetta della montagna più alta. Altri ancora la faccia nascosta della luna o una stella lontana. Tu cosa mi consigli?».

Rispose il maestro: «Nasconditi nel cuore umano. È l'ultimo posto a cui penseranno».

 
 
 

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