domenica  12 dicembre 2021

GLI AUGURI

Il piccolo Carlo era un bambino timido e tranquillo. Un giorno arrivò a casa e disse a sua madre che avrebbe voluto preparare una cartolina di San Valentino per tutti i suoi compagni di classe.

La madre istintivamente esclamò: «Ma no! Non è il caso!».

Ogni giorno osservava i bambini quando tornavano a casa a pie­di da scuola. Il suo Carlo arrancava sempre per ultimo. Gli altri ridevano    e formavano un'allegra e rumorosa combriccola. Ma Carlo non faceva mai parte del gruppo. La madre decise di aiutare il figlio e ac­quistò cartoncini e pennarelli. Per tre settimane, sera dopo sera, Car­lo illustrò meticolosamente trentacinque cartoline di San Valentino.

Giunse il giorno di San Valentino e Carlo era fuori di sé per l'e­mozione. Le accatastò con cura, le mise nello zainetto e corse fuori. La madre decise di cucinargli il suo dolce preferito e farglielo trova­re con una tazza di cioccolata calda per quando sarebbe tornato a casa da scuola. Sapeva che sarebbe rimasto deluso e forse in questo modo gli avrebbe alleviato il dolore. Avrebbe dato una cartolina a tutti, ma lui non ne avrebbe ricevuta nemmeno una.

Quel pomeriggio preparò la torta e la cioccolata. Quando udì il solito vociare dei bambini, guardò fuori della finestra. Stavano arri­vando, ridendo e chiacchierando come al solito. E come sempre l'ul­timo era Carlo. Da solo.

Entrò in casa quasi di corsa e buttò lo zainetto su una sedia. Non aveva niente in mano e la madre si aspettava che scoppiasse in la­crime. «La mamma ti ha preparato la torta e la cioccolata», disse, con un nodo in gola.

Ma lui quasi non sentì le sue parole. Passò oltre, il volto acceso, dicendo forte: «Neanche uno. Neanche uno!».

La madre lo guardò incerta.

E il bambino aggiunse: «Non ne ho dimenticato neanche uno, neanche uno».

 

«Questa è la volontà del Padre che mi ha mandato: che io non per­da nessuno di quelli che mi ha dato» (Giovanni 6,39).

Neanche uno.

 
 
 

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