IL PIAVE

BOLLETTINO PARROCCHIALE DI SAN NICOLO'

 (giugno 1997)

ZONA EX CONCERIE COLLE : NUOVA VOCAZIONE URBANISTICA

Ci siamo. Con la risoluzione dei contenzioso fra il Comune e gli eredi Colle sorto alcuni decenni or sono relativo all'area che comprende le ex concerie Colle, si è conclusa una tra le più tormentate vicende che ha coinvolto negli ultimi anni l'intero quartiere di Borgo Piave. La conclusione di questa ormai intollerabile vicissitudine ridona speranze e, soprattutto, dignità ad una porzione dei Borgo che con il degrado che si porta appresso, penetra nella memoria degli abitanti dapprima come esempio di salvezza, poi come condanna dell'antico e operoso porto della città. In questa operazione di salvataggio urbanistico l'Amministrazione comunale è intervenuta con un piano particolareggiato redatto nel 1994, in anticipo cioè sull'adozione della variante all'intero PRG comunale approvata nell'estate 1996, con lo scopo di anticipare i tempi per il recupero dell'ambito il cui degrado pesava fortemente sulla realtà cittadina. Il piano di intervento riferito all'area in questione in sintesi prevede:

  • il recupero del complesso della conceria Colle, con destinazioni miste pubbliche e private;

  • l'integrazione della funzione residenziale con un nuovo organismo da collocare alla sommità dei pendio sovrastante il piazzale, in modo da mimetizzare l'impatto visivo dei volumi retrostanti;

  • la realizzazione di uno spazio pubblico (parcheggi, verde) di connessione tra gli edifici e il fiume Piave; 

  

  • la demolizione senza recupero volumetrico dell'appendice est, perché di più recente costruzione;verranno esclusi dalla zona i grandi centri di distribuzione commerciale a vantaggio di insediamenti di commercio al dettaglio e piccolo artigianato;

  • la trasformazione della facciata prospettante sulla piazzetta S. Nicolò mediante la realizzazione di un portico e contemporanea riduzione in altezza dei medesimo fronte.

Questo corpo avrà un volume di circa ventimila metri cubi con una destinazione residenziale che sarà compresa fra il trenta e il sessanta per cento, mentre il rimanente sarà destinato a commercio e artigianato. Nell'intero complesso il Comune avrà un carico di circa seicento metri quadrati coni quali prevede di realizzare un museo virtuale della montagna, una specie di catalogo informatico della produzione mondiale sulla cultura della montagna. I parcheggi saranno di due tipi: uno pubblico sull'intero piazzale e uno privato con possibilità per entrambi di interramento. Lungo l'argine viene previsto un terrapieno per mascherare l’attuale antiestetico muraglione. Viene previsto, infine, un nuovo accesso da est, attraverso una strada urbana di tipo locale, che corre parallela all'argine destro dei torrente Ardo e, passando sul retro delle ex Segherie Bellunesi, si innesta nel piazzale adiacente alla ex conceria. Da questa seppur sommaria descrizione, si evince una nuova vocazione urbanistica della zona con nuove prospettive di sviluppo. Un nuovo vestito per Borgo Piave, così come quello che dovranno indossare gli abitanti nel giorno in cui accoglieranno le nuove strutture, che saranno progettate dall'architetto irloportoghese Goncalo Byrne, invitato, peraltro a non stravagare troppo nelle forme architettoniche. Prepariamoci, inoltre, a salire, in un certo senso, sulla macchina dei progresso, con particolare riferimento al linguaggio dovremmo mettere nel cassetto della memoria terminologie dei tipo "skorzèr, botegon, skornadori, roia, menadas", per far posto al linguaggio dell'informatica virtuale, riferito al futuro museo, software, windows, ms-dos, cd-rom, mouse, scanner, modem. Non impressioniamoci, anche questo fa parte della storia dei l'uomo, cioè evoluzione  nel tempo; l'importante è che le rovine delle concerie non rimangano tal ma si trasformino in un qualche cosa di i vivo. Spetterà a tutti noi farsi di integrare iI "nuovo" che avanza con il tessuto urbano e sociale già esistente, nel miglior modo possibile. Non potrà che costituire un vantaggio per tutta la comunità borgopiavense.

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