ANDARE A GERUSALEMME

    Gerusalemme  ti viene incontro con tutto il suo fascino: adagiata sul colle, tutta bianca, fa risplendere come  un faro la cupola d'oro di Omar. La città vecchia è un antico, prezioso gioiello che palpita e vive. Quando varchi una delle otto porte che racchiudono la  cittadella  entri in un'altra dimensione.

Qui ritrovi l'uomo.

Vecchissime case, piene di dignità, si affacciano su strette viuzze, lastricate di pietre, consunte dal tempo e dall'uso. In quel labirinto, dove le auto sono tabù, c'è un vociare continuo di gente indaffarata e l'aria è pregna di profumi che sanno di pagine antiche: incenso, aloe, canfora.

I bazar rappresentano l'immaginario collettivo del ritrovamento di un tesoro. Non importa se l'occhio disincantato classifica subito la merce. E' l'insieme dei colori, della quantità e del modo di esporre che ti affascina. Camminando, avendolo urtato, ho chiesto scusa ad un vestito appeso che dondolava in mezzo alla via. Tra la calca sembrava un passante. E poi c'è la musica che funge da assordante richiamo. Le nenie arabe ti accompagnano mentre cerchi i segni della cristianità lungo la "via dolorosa".

Timidamente compaiono sui muri le stazioni della via crucis mentre l'occhio furbo dell'arabo ti guarda,  pronto a venderti un rosario. Per la verità i commercianti non sono invadenti , ma se ti fermi e provi interesse per un oggetto, allora è finita. Qui la contrattazione fa parte della compravendita. C'è una sfida al ribasso sui due fronti. Loro  lo sanno e quindi partono da una cifra strabiliante così, alla fine, tu ti illudi di aver fatto un affare.

Comunque sia non si lascia Gerusalemme senza aver comprato qualcosa.

Quando arrivi però al Santo Sepolcro scompare il presente e ti ritrovi, d'incanto, nella  Palestina di Gesù. Rabbrividisci baciando il Calvario, ti inginocchi riverente sulla pietra dell'unzione ed infine mediti sul valore della tua vita quando entri nel Suo Sepolcro.

E taci e ascolti, perché Lui ti parla.

Rivedi il Getsemani con gli ulivi, contorti come la vita dell'uomo; la roccia dell'Agonia che è anche la solitudine che qualche volta ti penetra; le pietre del pretorio che ti ricordano la Sua condanna, ma  anche il giudizio a cui tu, spesso, sei sottoposto e l'Ecce Homo è vivo e vero oggi  come allora.

Non importa se la città è stata testimone passiva ed addormentata della Sua Resurrezione.

Chi crede vuole andare a  Gerusalemme e mettersi in attesa del Suo Ritorno.

 Giulia

 
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